top of page

ANNA RITA DELUCCA

LA RICERCA FILOSOFICA DI MARA ISOLANI

 

 

La raffinata ricerca estetica di Mara Isolani è figlia di cultura intellettuale e capacità manuale innata, perfezionata attraverso l’ausilio di specifiche esperienze tecniche acquisite nella pratica artistica.
Il suo stile fuori dal tempo e dallo spazio, intesi nella loro accezione più comune, costituisce, da un lato, un richiamo al Surrealismo soprattutto come estraniazione dalla realtà cosciente e per il suo spingersi verso uno stato conoscitivo ‘oltre’ la realtà, una sorta di visione che si avventura al di là del visibile, da un altro lato però si riallaccia alla filosofia dell’arte di Hopper che negli anni Cinquanta/Sessanta inventò uno stile realista del tutto personale per rappresentare la solitudine americana: i suoi quadri infatti solo in apparenza riproducono il reale poiché nascono da una ricostruzione mentale che accosta elementi osservati in tempi e luoghi diversi.
Come Hopper, Mara Isolani dipinge assemblando elementi rimasti impressi nella memoria trasformando in tal modo oggetti semplici in veri e propri simboli, inseriti in scenari senza tempo: una bicicletta, un turista che osserva il mondo attraverso la macchina fotografica,una sagoma umana senza volto che si muove come un’ombra in un contesto asettico, creato con luci e contorni geometrici ravvivati da bagliori di dorature cromatiche: è la dimensione del sogno, è un mondo di viaggiatori della vita che si incamminano inglobati in architetture senza tempo e caratterizzate da uno spazio non convenzionale dove tutto è immaginabile, dove tutto è realtà ma nel contempo è anche fantasia.
Nell’opera di Mara Isolani il viaggio e lo spazio sono metafore di vita, lo scorrere del tempo, l’esperienza, l’avventura ed infine la conoscenza diventano la linfa che nutre la crescita dell’anima. Queste architetture semplici e geometriche sono inquadrate in una prospettiva fotografica che ottiene l’effetto di isolare il singolo dal gruppo e nel contempo di inglobare il singolo nel tutto.

Hopper utilizzò composizioni e tagli fotografici che assimilava agli scorci degli impressionisti ma di fatto il suo stile fu personalissimo e imitato a sua volta da importanti cineasti.

La composizione dei suoi quadri è tendenzialmente geometrica, luci taglienti e volutamente "artificiali" in cui si ravvisa una drammatica estraneità e incomunicabilità tra i soggetti. I loro sguardi spesso fuoriescono dal quadro e si rivolgono a qualcosa di invisibile allo spettatore. Di lui si disse che fosse in grado di "dipingere il silenzio".
Le luci ed ombre di Mara Isolani sono, al contrario, calde, dorate, luminose di speranza ma hanno in comune con il grande pittore americano il senso di alterazione spazio/temporale, le figure escono dal "confine del quadro" e si rivolgono all’inconoscibile.
Possiamo dire di lei che sa dipingere la vita che pulsa nascosta oltre il silenzio?

Curatrice d'Arte, storica e critica d'Arte presso la galleria La Corte di Felsina a Bologna

unnamed.png
anna.jpg
bottom of page